Museo di Zarzis
Il Museo di Zarzis è una singolare istituzione tunisina dedicata all’archeologia e al patrimonio, che unisce archeologia, antropologia e storia alla cultura contemporanea. Situato nell’ex chiesa cattolica di Notre-Dame de la Garde, costruita nel 1920 durante il protettorato francese, il museo ha una storia affascinante. Sebbene Zarzis avesse una piccola comunità cristiana, la chiesa era sotto amministrazione militare e l’Arcidiocesi di Cartagine non riteneva necessario istituire una parrocchia in questa regione remota. Tuttavia, Padre Gabriel Deshayes, giunto nel 1913, era determinato a servire quest’area. Vendendo i propri beni per finanziare la costruzione, realizzò la chiesa di Notre-Dame-des-Victoires a Tataouine e nel 1920 si trasferì a Zarzis, dove costruì una chiesa in stile locale.
Dopo l’indipendenza della Tunisia, la chiesa fu chiusa con un accordo del 1964 tra il governo tunisino e il Vaticano, con la condizione che fosse destinata a un uso pubblico. L’edificio fu trasformato nel Museo di Zarzis, mantenendo il suo valore storico con la sostituzione del campanile con una cupola. Dalla sua riapertura nel 2003, il museo offre ai visitatori un ricco percorso storico attraverso gli antichi manufatti della penisola di Zarzis.
Le esposizioni del museo coprono varie epoche, tra cui l’epoca cartaginese, rappresentata da un’anfora con epitaffio punico e un sarcofago ligneo del IV secolo a.C. Reperti dell’epoca romana, come le stele di Zita e le ceramiche di Chammakh, illustrano gli scambi culturali della regione.
Il museo mette in luce anche la vita degli Akkaras, il popolo indigeno della penisola, concentrandosi sui loro legami ancestrali con la terra, il mare e il commercio. Strumenti e reperti mostrano l’importanza della coltivazione dell’olivo, della pesca e del commercio, attività chiave che continuano a caratterizzare Zarzis oggi.